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Libri Proibiti, censura e magia nera
La Chiesa contro la magia della parola e la parola magica
di Laura Micale
Eresia, immoralità, corruzione, stregoneria, libri magici... con cauta solerzia la Chiesa ha dovuto guardarsi bene per proteggere la fede e l’istituzione. E’ il 1558 quando crea l’Indice dei Libri Proibiti. Consapevole del potere del libro e della pagina scritta, il papato emette condanne contro chiunque avesse letto o conservato un’opera considerata eretica. Ecco i primi testi messi al rogo, vietati, privati di quelle pagine scandalose che l’invenzione della stampa aveva troppo diffuso. La Chiesa stabilisce che ogni nuovo libro deve essere diligentemente esaminato, analizzato ed approvato prima di poter essere stampato e venduto. Tra i libri proibiti c’è il Decamerone di Boccaccio e, ovviamente, il libro capace di causare adulterio ossia quello che narra l’amore tra la regina Ginevra e Ser Lancillotto che, secondo il racconto di Dante, scatenò la passione di Paolo e Francesca. Un libro quest’ultimo che papa Innocenzo III non avrebbe potuto non condannare perché, in fondo, se Francesca e Paolo sono tra i lussuriosi infernali un motivo, una causa scatenante deve esserci stata. Perciò, quella letteratura cavalleresca a cui si erano dedicati prima del famoso bacio è bollata come morbosa, colpevole d’accendere le fantasie più malsane. Il controllo dei libri è controllo dei pensieri e del costume; nasce dal desiderio di preservare la morale pubblica dal peccato e dal pericolo.
Sono vietati quei testi che incoraggiano comportamenti contrari alla morale cattolica ma anche quei libri che custodiscono sapienze misteriose e pericolose. È il caso della ben più complessa ed oscura questione dei cosiddetti libri del ‘500, libri di magia nera, custoditi gelosamente e tramandati di generazione in generazione. Secondo la leggenda, un potentissimo e pericoloso libro contenente riti di magia nera, del quale gli altri libri sarebbero copie, venne ritrovato nel sepolcro del re Salomone. Del Libro, custode di una sapienza e di un’arte antica quanto nefasta, ne esisterebbe ormai solo una copia, in Sicilia, a Ficarra: dentro vi sarebbero delle formule che consentirebbero di superare tutti i problemi e di ottenere tutto. Attraverso un linguaggio oscuro, il libro evocherebbe infatti degli spiriti che solitamente dovrebbero aiutare il proprietario del libro sebbene, in certi casi, vengano invece risvegliati dei diavoli capaci di creare non pochi problemi a chi li ha evocati senza essere capace di dominarli. Che esista o meno, che ne sia rimasta un’unica copia o più di una stando alle numerose rivendicazioni di possesso soprattutto in territorio siciliano, è uno di quei libri per i quali non si contesta lo status di libro proibito.
Un altro testo di magia nera è il Necronomicon, scritto su pelle umana da uno stregone arabo di nome Abdul Alhazred, vissuto nello Yemen nell'VIII secolo e morto a Damasco in circostanze misteriose (si dice fatto a pezzi in pieno giorno da un essere invisibile). Ma questa stavolta è frutto della fantasia dello scrittore di racconti fantastici Howard Phillips Lovecraft, considerato uno dei maggiori scrittori horror del ‘900. Il Necronomicon è, infatti, uno pseudolibro: in realtà non è mai esistito ma è stato un semplice espediente letterario alla maniera del manoscritto manzoniano recuperato e riadattato dal passato. In molti, tuttavia, hanno creduto alla reale esistenza del libro e si sono convinti che Lovecraft stesso abbia mentito nel dichiarare di averlo inventato.
A proposito di Manzoni… questo scrittore, quando scrisse “I Promessi Sposi”, di scrupoli se ne fece abbastanza, temendo di incorrere nella condanna ecclesiastica. La magia, infatti, non preoccupava la Chiesa più della moralità.
Manzoni si trova innanzitutto a dover risollevare il romanzo come genere, divenuto troppo basso e non tutto esente da critiche: su di esso pesano le accuse di poter nuocere al pubblico producendo diletto ed eccitazione soprattutto quando si parla di moduli di comportamento che espongono il lettore alla concupiscenza. Il romanzo prendeva il posto del teatro sui cui pesava ancora la condanna agostiniana di immoralità. Manzoni difende il genere, come casto, privo di scene d’amore, concedendosi una rappresentazione lecita che non susciti morbosità e complicità e, se arriva a parlare di Egidio e della Monaca di Monza, lo fa in nome della pedagogia dell’orrore. Sarà Lucia a rappresentare la teologia morale del riserbo in nome della poetica romantica della morale.
Sicuramente la censura dei secoli scorsi è stato un autentico atto di controllo, circoscrizione sui pensieri e sulla libertà dell’individuo. Ai nostri giorni la diffusione della carta stampata è impossibile da frenare, ci sono libri per tutti i generi e ognuno è quello che i suoi pensieri dettano. Le idee si diffondono con la parola scritta e non solo, ognuno compra il libro che più lo appassiona: ce ne sono per tutti i gusti. Quale censura potrebbe esistere oggi? Siamo nell’era dell’e-