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il furto della gioconda: il ladro Napoleone o Peruggia?

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Dalla parte dei francesi
CHI HA RUBATO LA GIOCONDA?
Mai un francese, nemmeno Napoleone! Un italiano invece la trafugò dal Louvre...

di Giulia Lionetto Civa

Qualche ruggine tra italiani e francesi c’è, inutile negarlo, e non solo perché Sarkò ha sghignazzato alle nostre spalle nel corso di una pubblica conferenza … Anche se ben pochi amano studiare la storia o riconoscono importanza a questa disciplina, infatti, tutti sentono il dovere di provare acrimonia verso i vecchi “dominatori”, soprattutto quando questi hanno pensato bene di rastrellare quadri e ricchezze. Tutti, ad esempio, sanno quanto i francesi siano detestabili anche solo per il fatto di averci rubato la più grande opera pittorica di tutti i tempi: la Gioconda!
Peccato si sbaglino: i francesi (Napoleone incluso) non l'hanno MAI rubata e il quadro si trova al Louvre  perché appartiene legittimamente alla collezione dei reali di Francia! Non credo con questo di affermare niente di rivoluzionario dato che basta cliccare su Wikipedia per leggere la stessissima cosa.  Eppure, sul punto sembra essersi verificata una sorta di rimozione collettiva come se una presunta illegittimità di collocazione restituisse agli italiani la speranza di rivedere in patria Monna Lisa. La Gioconda è sicuramente italiana quanto ad autore e soggetto. Il più celebre ritratto del mondo, infatti, fu dipinto da Leonardo da Vinci a Firenze tra il 1503 e il 1514 circa. Italiana è anche la donna ritratta: secondo la tesi più accreditata, avallata anche da Vasari, si tratterebbe di  Lisa Gherardini moglie di Francesco del Giocondo. Una curiosità: Vasari, a proposito del ritratto di Monna Lisa parla di sopracciglia “pelose” e di fossette sulle guance: il ritratto che noi chiamiamo Gioconda non ha né le une né le altre ... Leonardo le avrebbe corrette in seguito? Probabile. Tutte le ipotesi alternative a Lisa Gherardini sono comunque unanimi nell’indicare che si tratta del ritratto di una nobildonna italiana. Fin qui la Gioconda appare non italiana ma italianissima!
Sennonché fu lo stesso Leonardo da Vinci a portare questo quadro in Francia già  nel 1517:  a quanto pare il re Francesco I l’avrebbe acquistato o ricevuto in dono dallo stesso pittore. È vero, tuttavia, che esiste in questa versione qualche tassello non perfettamente collimante. Sappiamo, ad esempio, che Leonardo lasciò alla sua morte tutti i suoi dipinti a Salai tranne, ovviamente, quelli già venduti o precedentemente donati ad altri. Il primo problema è che  un inventario dei beni di Salai del 1524 registra anche il dipinto della Gioconda: si tratta dell’originale o piuttosto di una copia? Difficile dirlo. È certo, tuttavia, che poteva esistere qualche copia di bottega  coeva dell’originale: una, ad esempio, è stata ritrovata poco più di un mese fa in Spagna. Leonardo, d’altra parte, non cita il quadro nel suo testamento dove invece elenca dettagliatamente ogni altro suo avere. Vasari, inoltre, non aveva alcun dubbio circa la collocazione della Gioconda nel Cinquecento. Scrive, infatti: “Prese Lionardo a fare per Francesco del Giocondo il ritratto di Monna Lisa sua moglie, e quattro anni penatovi lo lasciò imperfetto, la quale opera oggi è appresso il re Francesco di Francia in Fontanableò”. Quando detto ci induce a ritenere che la Gioconda lasciò molto presto l’Italia e non a causa di un furto o di un trafugamento ma per volontaria e legittima decisione del suo autore, alloggiato nel castello di Clos-Lucé  e onorato del titolo di premier peintre, architecte, et mecanicien du roi.
È abbastanza certo che le cose siano andate così: Leonardo inizia a dipingere il quadro su commissione di Francesco del Giocondo durante il soggiorno a Firenze. Il quadro non è ancora completo quando il pittore lascia  la città. Forse per questo o perché il ritratto non piace al committente, Leonardo lo porta con sé e, stabilitosi presso la corte francese,  lo vende (o lo regala) al sovrano Francesco I, appassionato cultore della pittura italiana. All’epoca di Vasari il quadro si trova a Fontainebleau. Nel 1624  la Gioconda è descritta da Cassiano dal Pozzo tra le opere delle collezioni reali francesi.Successivamente il quadro venne trasferito a Versailles, poi al Louvre e,infine, nella camera da letto di Napoleone, senza tuttavia aver mai lasciato il territorio francese dopo che Leonardo ce l’aveva portata. Dopo la disfatta napoleonica il quadro lascia la camera del megalomane Imperatore e torna nuovamente al museo del Louvre.
Qui resterà fin quando un italiano non riuscirà a rubarla...Proprio così: è il colmo! Se nessun francese ha mai rubato la Gioconda all’Italia, lo stesso non si può dire degli italiani: un italiano, infatti, tale Vincenzo Peruggia, un secolo fa sottrasse il quadro, trafugandolo in Italia e tenendolo nascosto per circa due anni.  Questo tizio era convinto, come tanti italiani ancora oggi, che la Gioconda fosse stata rubata da Napoleone. Progettò, pertanto, un piano praticamente perfetto per riportarla in Patria.
È la notte tra il 20 e il 21 agosto 1911, quando Peruggia lo mette in atto: si riunisce con degli amici, finge di ubriacarsi, si fa denunciare per schiamazzi notturni e fa finta di andare a dormire. Invece, aspetta le prime luci del mattino e, senza svegliare il custode del Louvre, entra nella sala Carrè, toglie il dipinto dalla cornice, lo nasconde sotto il giubbotto e torna a casa senza dare sospetto. Peruggia conosceva perfettamente il museo perché lavorava lì. Quando torna, più tardi, per prendere servizio l’allarme è già stato dato: la cornice è vuota! L’alibi di Peruggia, tuttavia, è di ferro: subisce solo una piccola perquisizione di rito. Circola la leggenda che il Prefetto di Parigi abbia firmato il verbale della perquisizione in casa sua, sul tavolo dentro al quale era nascosto il quadro. Mentre il ladro prepara indisturbato il trasferimeto in Italia, la polizia ferma Guillaume Apollinaire, il poeta francese che aveva dichiarato di voler distruggere i capolavori di tutti i musei per far posto all'arte nuova, e interroga Pablo Picasso. Per due anni della Gioconda non si sa praticamente nulla almeno fino a quando Peruggia non si decide a contattare un antiquario fiorentino... L’antiquario lo denuncia e Peruggia finisce in carcere. Se la caverà con meno di un anno di galera, in virtù del patriottismo che lo aveva ispirato e della simpatia riscossa in tutta Italia. Monna Lisa fa un giretto tra i più importanti musei prima di essere restituita in pompa magna alle autorità francesi.
Che dire? Se proprio i francesi devono starci antipatici non sia per qualcosa che non hanno fatto… d’altronde non mancano i furti d’arte ai quali appigliarci pur riconoscendo che Monna Lisa appartiene a loro! Quanto alla Gioconda possiamo, forse, consolarci così: il Louvre, il più importante museo di Francia, è famoso in tutto il mondo e i turisti vi entrano non tanto per vedere quadri autoctoni quanto soprattutto per l’opera di un pittore italiano... È già una bella soddisfazione!

 






Vincenzo Peruggia

 
 
 
 
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