Branduardi e San Francesco: il Cantico di frate Sole - ZIP Rivista Letteraria per i Giovani

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Branduardi e San Francesco: il Cantico di frate Sole


Letteratura: dalla scuola alla vita tramite la musica
Collaborazioni artistiche a distanza nel tempo: Francesco d'Assisi e Angelo Branduardi
Il noto cantautore e violinista lombardo "sposa" il primo testo letterario del Bel Paese

di Cristiano Candurro


Il passato: un grande recipiente da cui trarre numerosi insegnamenti e riflessioni che in un'età come la nostra, i cui ritmi sono spesso insostenibili e le cose non di rado complesse ed ingarbugliate, possono essere di grande conforto. Sì, avete capito bene! Molto spesso, infatti, è proprio pensando ai nostri antenati che ci rendiamo conto che la loro epoca dava l'opportunità di vivere a più stretto contatto con le libere manifestazioni della natura di cui magari oggi, quasi del tutto assorti dal mondo dei bit e di Internet, facciamo sparire addirittura l'esistenza.
Esistono molti modi di riesumare pensieri e insegnamenti dal passato: uno dei più efficaci (e forse anche dei più piacevoli) risulta essere senz'altro la musica dei grandi cantautori che hanno segnato la storia musicale italiana. In questo contesto spicca l'attenzione del noto musicista e cantante milanese Angelo Branduardi per quello che è considerato il primo testo letterario della nostra letteratura (con conseguente realizzazione di una versione musicale). Si tratta del "Cantico di Frate Sole" o "Cantico delle Creature" che Francesco d'Assisi, canonizzato quasi subito da papa Gregorio IX onde evitare sollevazioni da parte dei suoi seguaci e festeggiato come ogni anno lo scorso 4 ottobre, compose nel 1224 e dettò ai primi francescani poco prima della sua morte, quando era stigmatizzato,quasi cieco e in precarie condizioni di salute. Come è noto, si tratta di un cantico nel quale si fa oggetto di lode tutto il creato, dal Sole  alla Luna, alle Stelle, fino ad arrivare alle laudes del Vento, del Fuoco e della morte del corpo, che non risparmia nessun vivente. Il cantico termina con un elogio dei giusti, che in Cielo saranno incoronati come re e, per questo, non dovranno temere la morte.
L'atmosfera medioevale, caratterizzata da una concezione teocentrica, balza meglio ai sensi di un occasionale spettatore del Duemila se trasmessa per mezzo dell'arte e dei suoni odierni che, in questo caso, consistono nella voce e nelle note del violino di Branduardi. Il cantautore si è anche interessato di rendere alcune espressioni contenute nel Cantico, troppo vicine al volgare umbro, in un italiano più moderno. Angelo Branduardi, cantautore in attività da oltre trent'anni, valido musicista ed autore di successi quali "Cogli la prima mela"(1983) e "Alla fiera dell'Est"(1986), ha tentato, nell'anno 2007, un interessante sodalizio artistico tra due differenti epoche storiche. Il suo esperimento si affianca a quelli instaurati, privilegiando anche in quel caso la cultura medioevale, dal grande ed immortale Faber (si pensi alla sua versione di "S'i'fossi foco" di Cecco Angiolieri, oppure a quella dell'anonima ballata di origine anglosassone "Geordie"...). Si tratta di un'interessante opera di ripescaggio di sensazioni e "stili di vita" del passato, presupposto per una continuità nel tempo anche a livello congetturale e dimostrazione dell'esistenza di metodi alternativi per diffondere la cultura, molto spesso relegata nei banchi di scuola.






"Il Cantico di frate Sole"
Testo: Francesco d'Assisi -  Musica: Angelo Branduardi

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