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Addio Shlomo Venezia!
di Laura Micale
01 ott 2012 ROMA – Ci ha lasciati Sholmo Venezia. Italiano di origine ebraica, nato a Salonicco nel 1923, è stato testimone dell’Olocausto, ha raccontato quello che i suoi occhi sono stati costretti a vedere, quello che le sue mani sono state costrette a fare: è stato obbligato a far parte dei Sonderkommando, delle “unità speciali”, adoperate allo smaltimento dei corpi dei deportati uccisi nelle camere a gas.
Shlomo Venezia è stato arrestato e deportato nel campo di concentramento di Auschwitz-
E’ contro ogni negazionismo che si deve ricordare! Quest’uomo è stato un importante testimone della Shoah, ecco alcune sue parole:
“Altre volte mi hanno chiesto, per esempio, se qualcuno sia mai rimasto vivo nella camera a gas. Era difficilissimo, eppure una volta è rimasta una persona viva. Era un bambino di circa due mesi. All'improvviso, dopo che hanno aperto la porta e messo in funzione i ventilatori per togliere l'odore tremendo del gas e di tutte quelle persone -
E’ difficile e atroce riportare alla mente quei terribili giorni di prigionia, durante i quali Shlomo è stato costretto a svolgere uno dei più atroci compiti mentre il suo unico desiderio era quello di morire insieme ai suoi compagni di sventura.
Nel 2007 ha raccontato la sua sofferenza in un libro, “Sonderkommando Auschwitz”, una testimonianza molto coraggiosa e dolorosa, soprattutto perché il senso di colpa, custodito a lungo nel suo cuore lapidato da quei crimini commessi suo malgrado, deve essere stato immenso.
Queste squadre speciali sono state un’arma a doppio taglio, farne parte fu una punizione peggiore della morte. Come disse Primo Levi, idearle e organizzarle fu un crimine ancor più grave in quanto si scaricarò parte della responsabilità dello sterminio sulle stesse vittime, logorate e devastate dai sensi di colpa.
Primo Levi fu uno scrittore di origine ebraica, deportato anch’egli nel campo di concentramento di Monowitz di cui ha raccontato le atrocità in numerosi scritti come in “Se questo è un uomo”.
Sue sono parole toccanti che lasciano il magone in gola:
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
Numerosi sono i messaggi di cordoglio giunti da tutto il mondo per Shlomo Venezia. Ad essi si aggiunge il nostro, per non dimenticare!