La Principessa di Cleves: ragione moralizzatrice e libertinismo sessuale - ZIP Rivista Letteraria per i Giovani

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La Principessa di Cleves: ragione moralizzatrice e libertinismo sessuale

Archivio > XIII numero - Marzo


Libertinismo sessuale o ragione moralizzatrice?

La Principessa di Cléves e la società "preziosa"

di Ylenia Jessica Micale


All'interno dell'ambiente raffinato e mondano del Preziosismo francese, movimento sviluppatosi in Francia nei primi anni del Seicento, si distinse per il particolare talento un'abile scrittrice: Marie-Madeleine Pioche de la Vergne, più conosciuta con lo pseudonimo di Mme de La Fayette. Lei, l'inventrice del romanzo moderno, contribuì insieme a Molière, La Rochefoucauld, Racine, La Fontaine, Boileau, La Bruyère, ad arricchire ed affinare la lingua e a porre l’accento sulle questioni psicologiche e linguistiche dell'epoca. La lingua dei Preziosisti è ricercata, ricca di sfumature, metafore, paradossi, antitesi, giochi di parole, iperboli; è la lingua dei salons francesi, luoghi di lunghe conversazioni e scambi di opinioni sui temi sociali che più suscitavano interesse del tempo, ad esempio il ruolo delle donne e le questioni amorose.
Mme de La Fayette incarna quel clima e quel gusto. Celata sotto uno pseudonimo, poiché all'epoca l'idea che una donna di un certo rango potesse produrre un'opera letteraria di una certa risonanza non era nemmeno concepibile, Mme de La Fayette fu considerata da molti critici come l'iniziatrice del moderno romanzo psicologico. Voltaire scrisse addirittura che " prima di lei si scrivevano, in stile ampolloso, cose poco verosimili".
Il romanzo che più suscitò scalpore e fece discutere i salotti delle Preziose fu, senza dubbio, “La principessa di Clèves”. E’ la storia di una donna di nome Mademoiselle de Chartres, corteggiatissima alla corte di Enrico II di Francia ma sposata e fedele al principe di Clèves. La protagonista rispetta il marito, senza  amarlo anche quando, fuori dal matrimonio, conosce l'amore che fa battere forte il cuore, quel sentimento che fa rabbrividire ad un solo sguardo. Si innamora, infatti, del duca di Nemours che la ricambia sinceramente, nonostante sia generalmente un uomo dai costumi piuttosto libertini. Per amore della principessa,  il duca rinuncerà persino a corteggiare Elisabetta I.
Ma l'affascinante mademoiselle, nonostante l’attrazione e l’amore provato per un altro uomo, non tradirà  il marito nemmeno dopo la sua morte: piuttosto che assecondare le sue passioni, preferisce ritirarsi in un convento e dedicarsi ad opere di carità, dimostrandosi una moglie fedele e moralmente esemplare in eterno.
La sua ragione e la sua integrità morale erano poco diffusi all'interno della nobiltà parigina e si contrapponevano fortemente al diffuso libertinismo sessuale. Il romanzo "La principessa di Clèves" rappresenta una perfetta sintesi storico-culturale dell'alta società parigina al tempo di Luigi XIV e, soprattutto per questo, fece discutere a lungo. Oggigiorno è raro che qualcuno rinunci alle passioni e si comporti allo stesso modo della principessa... i tempi sono certamente cambiati! E voi, cari lettori, preferite una ragione moralizzatrice, un diffuso libertinismo sessuale, o pensate sia possibile un compromesso?


 
 
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