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il cinema e la letteratura della legalità

Archivio > XIII numero - Marzo


Marzo: mese di risvegli e di ricordi
Festa della legalità: l'arte non dimentica!
Da Stancanelli a Giordana...il cinema e la letteratura "legale"

di Cristiano Candurro


La stagione primaverile ci accoglie, oltre che con il risveglio della natura, anche con un’altra occasione di commemorazione e riflessione, che potrebbe essere paragonata al risveglio della coscienza civile. A cavallo tra il 19 e il 22 marzo, ogni anno, è indetta la festa della legalità, in ricordo di tutte le vittime innocenti della criminalità organizzata. Questa festa si concretizza in svariate manifestazioni che, in tutta L’Italia (e al Sud particolare) perseguono l’obiettivo della sensibilizzazione civile. Coordinatrice di questa iniziativa è Libera, un’associazione nata nel 1995 grazie all’opera di un sacerdote torinese, Don Luigi Ciotti, e di alcuni parenti di persone rimaste uccise per sbaglio, per aver compiuto il loro dovere o per aver opposto, in segno di cittadinanza attiva, una ferma resistenza al “sistema” della criminalità organizzata. Cortei, dibattiti, attività residenziali per i giovani ed altri tipi di iniziative sono organizzati nelle prime giornate di sole, in cui, nel 1995, il sacerdote campano Giuseppe Diana veniva assassinato a Casal di Principe (CE) da sicari del locale clan camorristico, per aver denunciato le loro attività illecite e per essersi fatto promotore di una serie di iniziative volte ad aiutare la popolazione civile. Fu assassinato in una giornata per lui importante, il giorno del suo onomastico; proprio come accadde, due anni prima, a Don Giuseppe Puglisi, parroco del degradato quartiere palermitano di Brancaccio. Quella volta l’assissinio avvenne nel giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno. Se qualcuno ha rimosso dalla mente tali ricordi, non sono affatto sfuggiti all’ispirazione di giornalisti, scrittori e registi, i quali hanno tratto, dalla vita e dall’operato di simili uomini, film, sceneggiati televisivi e romanzi in stile biografico. Tra questi rientrano, oltre alle ormai celebri fiction sui magistrati Falcone e Borsellino, il libro “A testa alta”, trasposto poi in chiave cinematografica da Roberto Faenza, regista di “Alla luce del sole” (2005). Qui la giornalista Bianca Stancanelli racconta la vita di Don Puglisi e i suoi tentativi di “strappare” alla strada e all’atmosfera mafiosa di Brancaccio, mediante attività ricreative, bambini e adolescenti, altrimenti destinati a diventare i futuri delinquenti. Ma non va dimenticato neanche Marco Tullio Giordana, regista del film “I cento passi”(1999), che racconta di Giuseppe Impastato (detto Peppino), un giovane siciliano, assassinato nel 1978: lo stesso giorno del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro che. Peppino tra gli anni ’60 e ’70, decise di ribellarsi all’ambiente mafioso nel quale era cresciuto denunciando, attraverso l’emittente radiofonica Radio Aut, fondata da lui e dai suoi compagni Aut, i misfatti e la collusione tra mafia e politica che avvenivano tra i comuni palermitani di Cinisi e Terrasini. Queste soltanto alcune delle opere letterarie e cinematografiche il cui messaggio di fondo è il senso etico di legalità, qualcosa che, se riflettiamo, è applicabile alla vita quotidiana di ciascuno di noi attraverso piccoli gesti quali, ad esempio, il rispetto della strada e dell’ambiente, il rispetto degli altri, non prevaricare attraverso la prepotenza, ecc.  Ciò dovrebbe avvenire nella consapevolezza del rispetto non solo di una regola imposta dall’alto, ma anche nel rispetto di noi stessi, dopo aver compreso che, dopotutto, molte leggi sono indispensabili (altre dovrebbero esserlo !!!) per garantire il benessere dei cittadini e della società, di cui noi siamo membri attivi.

 
 
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