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"Canto di Natale" di Charles Dickens
Alcune riflessioni in compagnia di una delle opere più celebri e commoventi sul Natale
di Ylenia Jessica Micale
Nel vasto panorama della narrativa inglese ottocentesca, Charles Dickens si distinse per una proficua produzione. Personalità ricca di contraddizioni inconciliabili, egli fu uno dei romanzieri più importanti del periodo vittoriano ed un critico sociale che si batté con vivo e vibrante interesse per le cause sociali in cui credeva. Venne e continua ad essere considerato un genio creativo di alto livello tanto che a lui si ispireranno numerosi scrittori: Lev Tolstoy, G. K. Chesterton e George Orwell si rifaranno al suo realismo, al suo stile, alla sua critica sociale; Oscar Wilde, Henry James e Virginia Woolf, invece, noteranno soprattutto la mancanza di profondità psicologica dei suoi personaggi. Scrisse molto e con frenesia, sia per esigenze editoriali che per la sua fissazione con il lavoro. Amò smisuratamente il teatro e questo suo amore condizionò i suoi personaggi, specialmente quelli secondari, che possiedono una forte vena caricaturale. Molto probabilmente, fu la descrizione di personaggi così grotteschi che gli permise di mantenere sempre vivo l’interesse del pubblico e, nel contempo, di denunciare gran parte degli aspetti dell’età vittoriana che lui stesso condannava, quali l’abbandono dei bambini, la prostituzione, la pena di morte, le istituzioni scolastiche e religiose, lo sfruttamento dei poveri nelle workhouses e così via… Nelle sue descrizioni non emerge rabbia, bensì lo squallore di ciò che descrive e l’ironia con cui l’osserva. È la comicità surrealistica che caratterizza le sue opere. Emerge, inoltre, una forte vena allegorica e un modo personale di descrivere gli oggetti inanimati, che fanno di lui uno scrittore sperimentale.
In occasione dell’Avvento del Santo Natale, cari lettori, calza a pennello uno sguardo all’opera “Canto di Natale”: è il più importante della serie dei “Libri di Natale”, una serie di storie che include anche “Le campane”, “Il grillo del focolare”, “La battaglia della vita” e “Il patto col fantasma”. Il romanzo è uno degli esempi di critica della società compiuta da Dickens ed è anche una delle più famose e commoventi storie sul Natale. La storia narra di Ebenezer Scrooge, un uomo arido e avaro, che rifiuta di celebrare il Natale che detesta perché è un giorno di ozio obbligato che gli impedisce di concludere affari. Durante la notte della vigilia viene visitato dallo spettro del defunto collega Jacob Marley che gli preannuncia la visita di tre spiriti: lo spirito del Natale del passato, del presente e del futuro. Il primo per ricordargli la durezza della sua infanzia e gli errori che lo hanno reso qual è. Il secondo che gli mostra la gioia altrui in contrasto con la sua solitudine. Lo spirito del Natale futuro che gli preannuncia le funeste conseguenze del suo agire e la sua prossima morte desolata e spaventosa. Si assiste ad una lenta e studiata conversione del personaggio che da tirchio e scontroso diventa, grazie alla visita dei fantasmi, una persona generosa ed affabile che si riconcilia con il mondo che lo circonda e trova la pace con se stesso. Una lettura profonda per grandi e piccini, che spalanca le porte ad una profonda riflessione sulla nostra vita, marcando ancora una volta l’invincibile superiorità dei sentimenti sopra ogni cosa materiale.
Da una parte emerge la visione del Natale come momento di rinascita, di cambiamento e di recupero della bontà e dell’amore. Dall’altra la sensazione angosciosa e tormentata con cui il Natale è vissuto da chi per sua o altrui volontà è solo, da chi ha perduto qualcosa, da chi ha errori da rimproverarsi, da chi è tormentato dai fantasmi del passato o atterrito dagli spettri del futuro. Le vacanze natalizie tendono a farci ripensare a ciò che non abbiamo e che vorremmo, a ciò che abbiamo perduto, a ciò che non avremo mai... per questo possono renderci più tristi che qualunque altro momento dell’anno ma possono anche essere il momento ideale per imprimere una svolta alla nostra vita.
“Canto di Natale” unisce a queste riflessioni, il gusto del racconto gotico, l'impegno nella lotta alla povertà e allo sfruttamento minorile.
Numerosi sono stati gli adattamenti cinematografici, come “Scrooge, lo schiavo dell'oro” film inglese con Alastair Sim del 1951; “Non è mai troppo tardi” adattamento italiano con Paolo Stoppa e Marcello Mastroianni del 1953; “Canto di Natale di Topolino” cortometraggio di animazione della Disney del 1983; “Anche i cani vanno in paradiso” del 1998 e tanti altri…
Buona lettura miei cari lettori, buona visione…. E naturalmente Buon Natale!
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Canto di Natale di Topolino