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Roma, 6 Novembre 2011 di Giuseppe Rositani

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Roma, 6 Novembre 2011 di Giuseppe Rositani

È arrivato Novembre
lo stavamo aspettando insieme
gli chiedo il tempo di una sigaretta
tu me ne accendi una, ma non vuoi fumare.
A memoria ti bacio
a memoria ho imparato l’amore
a Novembre lo racconto a parole
che non hanno senso, non hanno più colore.
Ci guardi e non sai  
perché sei lì ad aspettare
e non ti dirò quanto sei bella
Novembre lo ha già sentito
e non ti voglio più seccare.
Non abbiamo niente da dire
o ci ascoltiamo senza capire:
dirsi – Addio -  è una poesia difficile
recitata a voce bassa
come le preghiere.
Le mie promesse sbiadiscono
e somigliano alle bugie.
Le lettere che non ti ho scritto (che non hai letto)
le calpesterà Novembre, coi suoi stivali d’oro
i baci che non mi hai dato
li lascio alla tua ultima marlboro
- Avanti, sto finendo la sigaretta e devo andare …
coraggio, che ti importa?
chiedimi di restare  -
Tu parli senza voglia
io non ti guardo nemmeno
e fingo d’ascoltare,
tu parli e non t’importa
se quando passa una ragazza
mi volto per guardare.
Non siamo fatti per stare insieme
lo so, e so che devo andare.
Tu non sopporti i miei silenzi
lo vedo, ma non so più cosa cercare.
La sigaretta è finita
e Novembre è lì ad aspettare …
dici che non è una tragedia,
che non devo starci male
e mi fai rabbia
che ti potrei ammazzare.
Te ne stai con gli occhi fissi a terra
io rimango in silenzio,
ma ti vorrei insultare.
- Guardami, cosa aspetti?
chiedimi di restare.

 









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