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Il finale di Ruben Nulli
Ora dunque i mafiosi l'avevano scoperto. Il killer incaricato di ucciderlo entrò in casa del giovane professionista da una finestra, per sorprenderlo non appena fosse rincasato. Poco dopo, in effetti, il ragazzo tornò a casa e, mentre si infilava nel suo letto, sentì come dei piccoli rumori provenire dal suo armadio. Silenziosamente vi si accostò con un orecchio schiacciandolo contro di esso: effettivamente c'era qualcuno.
In un attimo prese una spranga di ferro e bloccò l'armadio, poi raccolse in fretta le sue cose e si mise subito in macchina. Ma, accendendo il motore, sentì come un grosso scoppio provenire dal basso: era una delle sue gomme che lo aveva lasciato a piedi. Andò a piedi, correndo, a casa della sua amata che nel frattempo si era sposata ma che, pentita della sua passata debolezza, lo aveva ricontattato per dichiarare il suo pentimento. Il giovane salì le scale dell'ingresso e bussò : uscì il marito di lei arrabbiatissimo. Manco il tempo di aprir la porta, il giovane lo stese con un pugno davanti la sua stessa casa. Da quel momento i due giovani si amarono tanto e decisero di scappare insieme nelle isole Cayman.
Passarono 10 anni. Una mattina, come al solito, il giovane va all'edicola per comprare il giornale. Un tizio lo guarda e gli dice "Il boss ti manda i suoi saluti": un colpo di doppietta nello stomaco e il giovane professionista si accascia per terra.
Le sue ultime parole furono: "Vorrei morire per rinascere e rivedere il tuo splendido sorriso entrare nella mia vita anche per pochi attimi" riferendosi alla figlia che sarebbe nata pochi giorni dopo.