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CHIUSURA DEL SALONE DEL LIBRO DI MESSINA:
GRASSO, NUZZI E INGROIA PARLANO DI MAFIA E DI RICICLAGGIO
Si è chiuso ieri, domenica 15 Aprile, il Salone del Libro di Messina che ha registrato numerosissime presenze soprattutto nel pomeriggio. Particolare successo ha riscosso la sezione “Le mafie” grazie alla presenza di importanti personalità, primo fra tutti il Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso. Mentre nella Sala A del Palacultura Antonello si succedevano gli incontri dedicati alla Fiaba, al Decameron di Boccaccio e alla presentazioni di libri e filmati, la sala B ha ospitato tre incontri accomunati dal tema della corruzione, della criminalità organizzata e del riciclaggio di denaro sporco. Temi forti e scottanti che non hanno mancato di suscitare interesse e attenzione presso un pubblico composto in buona parte da giovani. Unica pecca della manifestazione, la scelta della sala, troppo piccola e inadatta a contenere un pubblico evidentemente superiore alle aspettative, soprattutto durante l’intervento di Pietro Grasso.
La sezione si è aperta, a causa dell’imprevisto ritardo del Procuratore di Palermo Antonio Ingroia, con l’intervento di Gianluigi Nuzzi conduttore del Programma Gli Intoccabili di La 7. Nuzzi ha portato in sala lo spirito graffiante della sua trasmissione televisiva toccando temi scomodi quali, ad esempio, quello dei lati oscuri della finanza vaticana e del riciclaggio di denaro, temi affrontati nel suo libro intitolato “Vaticano SPA”. Qualcuno forse ricorderà le polemiche scatenatesi nel suo studio televisivo nel corso di una puntata de Gli Intoccabili dedicata a questo tema a cui il conduttore non ha mancato di fare riferimento. Nuzzi ha poi parlato del suo ultimo libro, scritto in collaborazione con il pentito Giuseppe Di Bella, dedicato alla 'Ndrangheta e al narcotraffico.
Si è aperto con una serie di battute l’intervento di Pietro Grasso: “Qualcuno quando sente parlate di concorso esterno in associazione mafiosa si chiede: ma perché ci vuole il concorso anche per entrare nella mafia?” e ancora, notando la sala stracolma, “se qualcuno vuole uscire a prendere una boccata d’aria lo faccia pure, qualcuno in piedi prenderà il suo posto. È come nella Mafia: ne arrestiamo uno ma c’è subito un altro pronto a prenderne il posto”. Pietro Grasso si è soffermato soprattutto sull’importanza dell’educazione alla legalità citando una serie di iniziative e rimarcando la responsabilità e il dovere che la società civile detiene nella lotta alla criminalità organizzata. Ha risposto, inoltre, alle numerose domande del pubblico e dei giornalisti in sala.
È slittato alla fine l’intervento del Procuratore aggiunto antimafia di Palermo Antonio Ingroia che ha ripercosso la sua formazione e la sua esperienza professionale rivolgendo un pensiero a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Un aspetto poco noto affrontato da Ingroia, quello del ruolo della donna nell’ambito delle mafie: il Procuratore ha rilevato la peculiarità di Cosa Nostra, unica organizzazione che non ammette la possibilità che la donna detenga un ruolo direttivo.